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INSEGNAMENTO DI GEOGRAFIA LEZIONE XI “LE INDICAZIONI NAZIONALI SULLINSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIAPROF. EMILIA SARNO

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Università Telematica Pegaso Le Indicazioni nazionali sull’insegnamento della geografia

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indice

1 INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3

2 LA GEOGRAFIA NELLA SCUOLA ITALIANA----------------------------------------------------------------------- 4

3 UN CONCETTO PRELIMINARE: LE COMPETENZE -------------------------------------------------------------- 7

4 SCUOLA DELL’INFANZIA E LA GEOGRAFIA ---------------------------------------------------------------------- 8

5 LA GEOGRAFIA NELLA SCUOLA PRIMARIA --------------------------------------------------------------------- 11

6 LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO E LA GEOGRAFIA ----------------------------------------- 13

7 LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO E LA GEOGRAFIA ------------------------------------ 15

8 UNA SINTESI DELLA INDICAZIONI MINISTERIALI NEI DIVERSI SEGMENTI FORMATIVI------ 18

8.1. LA SCUOLA DELL’INFANZIA/PRIMARIA----------------------------------------------------------------------------------- 18 8.2. LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ----------------------------------------------------------------------------- 18 8.3. LICEI E TECNICI -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 18

BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20

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1 Introduzione

In questa lezione analizzeremo le Indicazioni ministeriali per l’insegnamento della geografia

nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella secondaria di primo grado e nella secondaria

di secondo grado. In tal modo si metteranno a fuoco quali siano le tematiche da affrontare e le

competenze da potenziare.

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2 La geografia nella scuola italiana

Le indicazioni ministeriali definiscono gli obiettivi per l’insegnamento indicando appunto le

competenze che gli allievi dovrebbero di volta in volta potenziare e rafforzare, lasciando libertà al

docente sui temi e le strategie da mettere in campo. Le Indicazioni per ogni segmento formativo

sono comunque fondamentali nel momento in cui deve stabilire la programmazione annuale delle

attività didattiche. Egli infatti può scegliere tematiche e impostazioni didattiche nel rispetto degli

obiettivi stabiliti dal ministero e ponendosi come traguardo il raggiungimento delle competenze dei

propri allievi. Nel contempo, il docente può porsi sia sul piano interdisciplinare sia disciplinare nel

senso che potrà stabilire anche di concerto con i colleghi temi trasversali, ma dovrà comunque

considerare la specificità di ogni disciplina.

Nel momento in cui si leggono le Indicazioni ministeriali è opportuno valutare il ruolo e la

funzione di una disciplina sia per la sua distintività, sia perché concorre alla formazione generale,

nonché per la valenza che può acquisire all’interno di uno specifico percorso.

Ancora, è delicatissimo, ma imprescindibile, il rapporto tra una disciplina e la sua

dimensione didattica, perché, se le didattiche disciplinari hanno una loro natura distintiva,

nell’essere il crocevia tra aspetti della didattica generale e una specifica materia, devono definire la

valenza formativa, le tematiche educative, le modalità d’insegnamento/apprendimento, adeguate

all’oggetto e ai linguaggi di uno specifico sapere.

La geografia è un sapere debole e tuttavia di grande rilievo: da un verso conosce da tempo un

processo di rinnovamento come fecondo campo di ricerca, dall’altro merita ancora adeguati

riconoscimenti nell’ambito scolastico. Inoltre, richiede l’introduzione di nuove metodologie

didattiche, più di altre discipline, perché è una scienza multidimensionale. Essa insomma non è più

la disciplina della sola descrizione degli aspetti fisici ma invece analizza e interpreta la relazione

dell’uomo con l’ambiente da più punti di vista.

Il dibattito sulla geografia non può certo prescindere dai recenti indirizzi di studio della

disciplina, nonché dall’attenzione rivolta alla relazione ambiente/apprendimento: la scuola

neogeografica affronta lo studio dello spazio mediante i modelli mutuati dall’economia e dalla

sociologia; quella marxista, mettendo in crisi il mero descrittivismo, vuole valorizzare le relazioni

tra i processi storici e le forme spaziali, con l’obiettivo di porre in evidenza le responsabilità sociali;

infine, ha acquisito spessore l’indirizzo che si occupa della percezione dell’ambiente e dei fattori

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socio-psicologici, anche individuali, che determinano il modo di essere nello spazio di ciascuna

persona o di gruppi sociali. Proprio quest’ultimo indirizzo ha favorito il raffronto tra psicologia e

geografia, ponendo l’accento sulla dialettica individuo-ambiente, quindi sull’opportunità di cogliere

gli elementi, gli aspetti, le esperienze che facilitano o che modificano il nostro orientamento nello

spazio.

Queste sollecitazioni sono state già recepite nei programmi ministeriali dei decenni scorsi,

come quelli del 1979 per la scuola media e i programmi del 1985 per la scuola elementare o i

programmi Brocca per le superiori del 1990.

I programmi del 1979 già precisano l’attitudine alla ricerca geografica per “indagare

fenomeni e sistemi antropofisici in una visione dinamica di tutti gli elementi variabili, naturali e

umani” (De Vecchis, Staluppi, 1997, p.252).

I programmi del 1985 pongono l’accento su un aspetto fondamentale dell’insegnamento

della geografia, che “si propone di rendere capace l’alunno di orientarsi e di collocarsi nello spazio

vissuto dagli uomini utilizzando le conoscenze e gli strumenti concettuali e metodologici necessari

per la comprensione dell’interazione uomo-ambiente” (De Vecchis, Staluppi, 1997, p.250).

I programmi Brocca evidenziano il ruolo della geografia attraverso finalità dettagliatamente

segnalate: l’analisi sistematica delle interconnessioni tra i fenomeni interagenti nello spazio, la

comprensione dei problemi economici, la formazione di cittadini consapevoli della geo-politica,

rispettosi dell’ambiente, ma anche delle differenze interculturali, esperti delle geo-graficità. Sono

suggerimenti significativi che mirano a svecchiare le modalità di insegnamento/ apprendimento,

tenendo conto dell’indirizzo che si occupa della percezione dell’ambiente, individuando

l’interconnessione tra geografia e psicologia, per quella centralità del soggetto che è ormai, da più

parti, riconosciuta.

Ancora, è rilevante l’indicazione della commissione ministeriale dei saggi che, nel 1998, ha

considerato la disciplina come luogo simbolico d’incontro tra temporalità naturale e temporalità

umana per l’integrazione dei saperi. E’ una suggestione che invita a riflettere sul rapporto che

l’uomo ha con la natura, ma ci spinge a superare l’equazione spazio = presente, per verificare le

stratificazioni storiche di un territorio.

Emerge da questi documenti che la geografia si sia evoluta occupandosi anche di tematiche

attuali come la comunicazione: se l’uomo ha imparato a conoscere lo spazio per muoversi, per

stabilire contatti, la geografia, strettamente connessa ai processi di comunicazione, deve affrontarne

anche l’odierna evoluzione.

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Insomma, la geografia ha ricevuto attenzione nel tempo nei documenti ministeriali e adesso

vedremo quali prospettive sono poste per questa disciplina nelle recenti Indicazioni con l’obiettivo

di renderla interessante per gli studenti. Di seguito si farà riferimento per la scuola dell’infanzia,

primaria e secondaria di primo grado alle Indicazioni per il curricolo del 2007 che sono il

documento ministeriale più recente e che hanno recepito in gran parte le Indicazioni Nazionali del

2003. Per la scuola secondaria di secondo grado si farà riferimento sempre ai documenti più recenti:

le Indicazioni per le superiori del 2010.

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3 Un concetto preliminare: le competenze

Le competenze sono oggetto d’analisi da diversi punti di vista, perché il loro riconoscimento

dal mondo del lavoro si è trasferito nella scuola. Non sembri parziale un discorso specifico: è

evidente che le competenze sono parte integrante della programmazione formativa, ma è necessario

fermarsi a dibattere su di esse.

Le associazioni professionali dei docenti hanno chiarito che le competenze sono la capacità

di maneggiare le conoscenze in determinate situazioni. Questa definizione individua i rapporti tra le

tre C, precisando come la competenza “è quindi la disposizione a scegliere, utilizzare e

padroneggiare le conoscenze, capacità e abilità idonee, in un contesto determinato per impostare e/o

risolvere un problema dato” (Longarini, 2000, p.43).

Competenza, dunque, come performance, cui collaborano le capacità in quanto tratti

potenziali, ma anche le abilità operative perché consentono di realizzare, nel contesto, un processo.

Inoltre, l’allievo, che è in grado di digitare un testo al computer, possiede una competenza

operativa; chi realizza un progetto con obiettivi precisi ha interiorizzato la logica del saper fare.

L’intento della scuola deve essere quello di non fermarsi ad un livello meramente operativo, ma di

consolidare competenze che, in modo strutturato, realizzino la fusione di conoscenze e abilità.

Come si vedrà le Indicazioni ministeriali indicano e individuano le competenze che il sapere

geografico promuove.

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4 Scuola dell’infanzia e la geografia

La scuola dell’infanzia è un segmento formativo particolarmente attento alle più recenti

innovazioni pedagogico-didattiche con modelli che rispecchiano sia l’autonomia, sia le istanze

provenienti dal mondo sociale. Una vera e propria svolta normativa si è realizzata con gli

Orientamenti del ’91 che valorizzano la scuola dell’infanzia come tempo per la formazione del

bambino.

La Legge 28 marzo 2003 n.53 ha assunto formalmente la scuola dell’infanzia a pieno titolo

nel sistema educativo di istruzione e di formazione, come si evince dall’articolo 2, comma e: la

scuola dell’infanzia è di durata triennale, concorre all’educazione ed allo sviluppo affettivo,

psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini, assicura

un’effettiva uguaglianza delle opportunità educative, nel rispetto della primaria responsabilità

educativa dei genitori, nella sua piena autonomia ed identità pedagogica realizza la continuità

educativa con il complesso dei servizi all’infanzia e con la scuola primaria.

Questa visione è rafforzata dalle Indicazioni per il curricolo del 2007, per le quali la scuola

dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della

competenza, della cittadinanza di ogni bambino o bambina. Pertanto, contribuisce a rafforzare i

processi di sviluppo del bambino, conformemente alle potenzialità che ciascuna individualità

possiede. Le Indicazioni individuano dei campi di esperienza cioè delle tematiche molto ampie da

tener presenti per organizzare le attività didattiche. I campi di esperienza1 permettono di

consolidare le conoscenze che il bambino già possiede e, attraverso le attività bene organizzate a

livello sensoriale – percettivo – motorio, favoriscono l’accesso ai sistemi simbolico – culturali.

In riferimento al campo di esperienza “La conoscenza del mondo”, utile per scoprire le

caratteristiche dello spazio ed i problemi della localizzazione, è opportuno stimolare il bambino

verso modi spontanei e guidarlo ad esplorare il proprio ambiente viverlo, percorrerlo, occuparlo,

osservarlo, rappresentarlo. Per attivare alcune attività di esplorazione e di ricerca, occorre uscire

dall’edificio scolastico o dalle sue immediate vicinanze. Lo spazio di riferimento è dunque dato nel

suo complesso dall’ambiente sia formale, sia informale. Nello spazio informale i bambini

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raccolgono oggetti, osservano fenomeni, incontrano persone; nello spazio formale conoscono

strutture e servizi.

Le attività didattiche sono organizzate in laboratori oppure sono creati “angoli” nelle

sezioni. Non manca mai il gioco in ogni sua forma, sia individuale sia di gruppo, mentre

un’adeguata regia dell’insegnante cura la preparazione del contesto predisponendo l’ambiente

scolastico in fonte di vita per gli alunni. È altresì utilizzato il metodo narrativo autobiografico per

raccontare il vissuto del bambino, attraverso la storia della famiglia, della casa, del quartiere, del

paese e della scuola di appartenenza. Le insegnanti guidano i bambini al riconoscimento degli

ambienti appartenenti al vissuto per poi avviarli, attraverso l’osservazione diretta, alla scoperta di

nuove realtà. Il compito più importante per le insegnanti è di fornire una guida ricca e interessante,

attraverso domande-stimolo, osservazioni sistematiche e conversazioni, rispettando l’individualità

di ogni bambino.

Gli obiettivi generali che nella scuola dell’Infanzia predispongono gli allievi alla conoscenza della

realtà sono:

- Favorire un atteggiamento di osservazione, esplorazione e ricerca all’interno degli spazi di

vita del bambino.

- Stimolare il rispetto per gli oggetti e gli elementi che caratterizzano i vari ambienti della

casa e della strada.

- Favorire un progressivo adattamento alla realtà scolastica attraverso l’esplorazione e la

scoperta della funzionalità degli spazi.

- Vivere il passaggio casa-scuola in modo sereno e positivo.

- Potenziare i processi di organizzazione e rappresentazione spazio-temporali.

Gli indicatori per la verifica delle competenze

- Orientarsi nello spazio – sezione, identificare gli angoli e gli oggetti.

- Associare un simbolo all’oggetto o al luogo che rappresenta.

1 I campi di esperienza sono:Il sé e l’altro; Il corpo in movimento; Linguaggi, creatività, espressione; I discorsi e le

parole; La conoscenza del mondo.

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- Conoscere il nome degli oggetti di uso comune presenti nella sezione e nella scuola

- Comunicare esperienze e vissuti condividendoli.

- Sviluppare capacità di equilibrio, coordinamento, destrezza, muovendosi con sicurezza nello

spazio.

- Condividere lo spazio con i compagni e compiere percorsi.

- Rappresentare il proprio corpo nello spazio.

- Utilizzare indicatori spaziali (frecce ecc..) e semplici simboli.

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5 La geografia nella Scuola Primaria

La Geografia ha trovato largo consenso nei programmi della scuola elementare italiana, ora

denominata primaria. Nel corso del tempo la geografia è stata considerata una disciplina

fondamentale e formativa che educa pure alla partecipazione, alla cooperazione e alla solidarietà.

Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007 la geografia è inserita nell’area storico-geografica per

suggerire al docente l’importanza del lavoro interdisciplinare. Poi è ben chiarito che la geografia è

la “scienza che studia l’umanizzazione del nostro pianeta”.

Inoltre è considerata la disciplina volta alla conoscenza della dimensione sistemica del

territorio: gli elementi del contesto spaziale, considerati in modo dinamico e interattivo, fanno

comprendere come ogni aspetto territoriale sia il risultato di processi socioeconomici e culturali. La

graduale scoperta della complessità del sistema territorio, sorretta dal linguaggio della geograficità,

può guidare alle ragioni e alla comprensione delle dinamiche territoriali e, quindi, ad una

consapevole solidarietà.

Le Indicazioni per il curricolo chiariscono che “La geografia è scienza che studia

l'umanizzazione del nostro pianeta e,quindi, i processi attivati dalle collettività nelle loro relazioni

con la natura. Tali processi nel corso del tempo hanno trasformato l'ambiente e hanno “costruito” il

territorio nel quale oggi viviamo2”.

In tale ottica la geografia è considerata una disciplina crono-spaziale perché l’analisi dei territori

non può prescindere dalla dimensione storica. Inoltre, si possono effettuare i confronti tra realtà

spaziali vicine e lontane tenendo presente che il lontano non è da intendersi solo da un punto di

vista spaziale, ma temporale, perché solo attraverso il confronto tra il paesaggio del passato e quello

attuale si possono mostrare le modificazioni fatte dall’uomo.

Quest’iter educativo è opportuno anche per educare ad un tema ampiamente trattato nelle

Indicazioni: il senso di responsabilità verso l’ambiente.

Tuttavia, il documento si preoccupa di rafforzare il processo di osservazione della realtà iniziato

nella scuola dell’infanzia, raccomandando anche nei primi anni della Primaria di considerare

l’approccio senso-percettivo, proprio perché spetta alla geografia il delicato compito di conferire il

senso dello spazio3”.

2 Indicazioni per il curricolo, 2007, p. 86.

3 Ibidem.

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In tal modo l’allievo deve essere guidato ad orientarsi per poi leggere la realtà spaziale.

E’ di grande supporto per lo studio della disciplina il linguaggio della geo-graficità, da intendersi

come la capacità di leggere e comprendere carte e mappe e nello stesso tempo di provare a

elaborarle.

Nel caso della Primaria l’allievo va guidato a comprendere gli elementi fondamentali delle carte e a

provare a elaborare degli schizzi o mappe. Si darà così spazio alle mappe mentali, cioè alle

elaborazioni degli allievi che in continuità con la scuola dell’Infanzia descrivano percorsi eseguiti o

illustrino luoghi noti.

Possedere il linguaggio della geograficità consente non solo di comprender meglio il mondo, ma di

essere in grado di progettarlo. In quest’ottica, la geo-graficità, grazie anche all’apporto della

disciplina tecnologia e informatica, è il punto di partenza per educare ad un uso consapevole

dell’ambiente, se si offre la possibilità agli studenti di sentirsi i protagonisti della progettazione

ambientale.

Dal punto di vista analitico le Indicazioni suggeriscono entro la classe terza della scuola primaria di

educare gli allievi ad orientarsi nello spazio circostante, di rappresentarlo in modo consapevole e di

esplorare il paesaggio.

Nel complesso alla fine del quinquennio l’allievo dovrebbe rendersi conto “che lo spazio geografico

è un sistema territoriale, costituito da elementi fisici e antropici legati da rapporti di connessione e/o

di interdipendenza”. Inoltre dovrebbe essere in grado “di conoscere e localizzare i principali

“oggetti” geografici fisici (monti, fiumi, laghi,…) e antropici (città, porti e aeroporti, infra-

strutture…) dell’Italia4”.

Infine, si consiglia di utilizzare una vasta gamma di fonti ( foto, immagini, carte), ma anche

documenti e materiali per guidare gli allievi ad una lettura da più punti di vista dei territori. In

relazione alla collaborazione con la storia, le classi della Primaria possono essere guidate alla

scoperta del patrimonio storico, artistico e culturale. Se questo approccio è messo in atto

effettivamente già dalla Primaria si formano dei futuri cittadini del mondo consapevoli, autonomi,

responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo

creativo e sostenibile, guardando al futuro5”.

4 Indicazioni per il curricolo, 2007, p. 87.

5 Ibidem.

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6 La scuola secondaria di primo grado e la geografia

Le Indicazioni per il curricolo raccomandano innanzi tutto la continuità didattica sia dal

punto di vista trasversale sia disciplinare quindi, il docente della scuola secondaria di primo grado

deve accertare le competenze acquisite nella Primaria e rafforzarle. Per questi motivi i presupposti

individuati dal documento sono gli stessi: la geografia deve guidare gli allievi alla comprensione dei

processi territoriali, all’utilizzo sempre più consapevole della geo-graficità, al senso di

responsabilità rispetto all’ambiente. Inoltre la relazione con la storia deve essere sempre salda, ma

anche con le scienze.

Se nella scuola Primaria oggetto di studio è l’Italia, nella secondaria di primo grado deve

essere in grado “di conoscere e localizzare i principali “oggetti” geografici fisici (monti, fiumi,

laghi,…) e antropici (città, porti e aeroporti, infrastrutture…) dell’Europa e del Mondo6”.

Se lo studio dell’Europa e dell’Unione Europea sono due tematiche fondamentali per questo

segmento formativo, il documento raccomanda di rafforzare le capacità di riconoscimento”nel

paesaggio gli elementi fisici significativi e le emergenze storiche, estetiche, artistiche e

architettoniche, come patrimonio naturale e culturale da tutelare e valorizzare7”.

Le capacità di riconoscimento possono concretizzarsi se si tengono in considerazione altri due

fattori ben segnalati dalle Indicazioni: l’utilizzazione corretta di concetti basilari della conoscenza e

lo sviluppo del ragionamento spaziale, cioè la capacità di comprendere e analizzare le relazioni tra

fatti e fenomeni. Ecco come recita il documento:

“– Conoscere, comprendere e utilizzare per comunicare e agire nel territorio alcuni concetti- cardine

delle strutture logiche della geografia: ubicazione, localizzazione, regione, paesaggio, ambiente,

territorio, sistema antropofisico.

– Individuare nella complessità territoriale, alle varie scale geografiche, i più evidenti collegamenti

spaziali e ambientali: interdipendenza di fatti e fenomeni e rapporti fra elementi8”.

Come si vede la geografia svolge un compito altamente educativo nella secondaria di primo grado,

che si può precisamente declinare in sapere, saper fare e saper essere. Il sapere racchiude le

conoscenze, il saper fare le competenze, il saper essere riguarda l’acquisizione di comportamenti

6 Indicazioni per il curricolo, 2007, p. 89.

7 Ibidem.

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consapevoli e eticamente validi. In quest’ottica si propongono in modo analitico le conoscenze, le

competenze e i comportamenti che la geografia può sviluppare in questo segmento formativo.

Conoscenze

• Conoscere e localizzare i principali oggetti geografici e antropici dell’Europa e del

mondo.

• Riconoscere modelli economici e politici

• Riconoscere forme d’impatto ambientale

• Consultare testi, atlanti, grafici

Competenze

• Utilizzare opportunamente concetti geografici

• Individuare i principali oggetti geografici fisici e antropici

• Utilizzare schemi di sintesi, carte, grafici e immagini per presentare un tema o un

problema

• Identificare i tratti costitutivi dell’UE

• Analizzare i tipi di agricoltura in relazione al contesto climatico-ambientale;

• Descrivere le variabili demografiche

Comportamenti

• Rispettare l’ambiente circostante

• Valutare i possibili effetti delle decisioni e delle azioni dell’uomo sui sistemi territoriali

alle diverse scale geografiche.

• Esprimere le proprie opinioni relativamente ai temi appresi

• Relativizzare le informazioni in un’ottica interculturale

• Svolgere attività, progetti ed azioni inerenti al territorio di appartenenza

8 Ibidem.

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7 La scuola secondaria di secondo grado e la geografia

La riforma della secondaria superiore, entrata in vigore dal 1 settembre 2010, pur essendo

stata molto discussa, presenta alcune novità significative: i diversi percorsi della secondaria sono

stati riorganizzati, accorpati, snelliti per rendere più agevole la scelta degli studenti tramite curricoli

maggiormente lineari. I cambiamenti non hanno mirato solo alla riorganizzazione curricolare, ma

intendono anche dare spazio ad una scuola che abbia un ruolo centrale in una società glocal. Vi è

infatti particolare attenzione al territorio, alla relazione tra la scuola e l’area di appartenenza, ma si

dà anche particolare rilievo alla transcalarità. Insomma se la geografia appare ridimensionata, la

cultura geografica è ben presente nelle premesse che accompagnano le Indicazioni per la

secondaria superiore9. Inoltre, poiché le scuole hanno l’opportunità di realizzare percorsi di

arricchimento dell’offerta formativa, la geografia, pur avendo perso degli spazi nelle ore curricolari,

può recuperare parte della sua presenza proprio nei percorsi aggiuntivi che le scuole devono

strutturare in autonomia. Proprio nei percorsi aggiuntivi si potrà meglio mettere a punto la didattica

laboratoriale privilegiata dalla riforma. Questa modalità, che dà ampio riconoscimento a metodiche

proprie della geografia, promuove la problematizzazione dei contenuti, l’ impostazione

interdisciplinare, la realizzazione di prodotti concreti.

In particolare le Indicazioni per i licei stabiliscono che la geografia sia insegnata nei bienni

unitamente alla storia; esse così recitano “Al termine del percorso biennale lo studente conoscerà gli

strumenti fondamentali della disciplina ed avrà acquisito familiarità con i suoi principali metodi10

”.

Si ritiene che lo studente debba concentrarsi “sullo studio del pianeta contemporaneo, sotto un

profilo tematico, per argomenti e problemi, e sotto un profilo regionale, volto ad approfondire

aspetti dell’Italia, dell’Europa, dei continenti e degli Stati11

”.

Si suggerisce di non seguire l’impostazione tradizionale di studiare in ordine gli stati, ma piuttosto

di scegliere delle tematiche o dei problemi e trattarli a diverse scale: regionale, nazionale,

internazionale. Inoltre, laddove si studino degli Stati è opportuno approfondire aspetti di carattere

socio-demografico o economico-politico. Si ritiene insomma che lo studente abbia già nella scuola

9 Si vedano i documenti relativi alla nuova scuola secondaria superiore sul sito www.indire.it.

10 Indicazioni per i licei, 2010. p. 19.

11 Indicazioni per i licei, 2010. p. 20.

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secondaria di primo grado acquisito conoscenze basilari e che adesso possa fare degli

approfondimenti.

I temi principali da affrontare sono segnalati dal documento: il paesaggio, l’urbanizzazione,

la globalizzazione, le migrazioni, le problematiche demografiche, le diversità culturali, gli squilibri

economici e ambientali, la geopolitica. Per affrontare questi temi non solo lo studente potrà

utilizzare carte e mappe, ma anche dati statistici e familiarizzare con la cartografia digitale.

L’analisi di temi trasversali consente al docente di mettere in atto un insegnamento/apprendimento

fondato sulla ricerca-scoperta invitando l’allievo a ricercare fonti e documenti, a studiare dati

statistici ed elaborarli, ad operare la comparazione geografica tra aree geografiche diverse. E’ anche

importante guidare gli studenti a comprendere le differenze tra paesi sviluppati e paesi in via di

sviluppo ponendo in relazione fattori sociali ed economici. La collaborazione con la storia è

importante per operare ricostruzioni territoriali adeguate e significative. D’altra parte è utile la

collaborazione con le scienze per affrontare un concetto molto importante: lo sviluppo sostenibile.

Per quanto riguarda l’insegnamento della Geografia negli istituti tecnici esso in alcuni

percorsi è quinquennale, in altri biennale. In questo tipo di scuola alla conclusione del corso di

studio l’allievo deve essere in grado di “riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali

dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche,

sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo; riconoscere l’interdipendenza

tra fenomeni economici, sociali, istituzionali, culturali e la loro dimensione locale/globale; stabilire

collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali e internazionali sia in una prospettiva

interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro; riconoscere il valore e le potenzialità dei

beni culturali e ambientali per una loro corretta fruizione e valorizzazione12

”.

Anche in questo indirizzo si valorizza la relazione con la storia e con le scienze. Si dà poi spazio ad

alcuni temi economici e ambientali di grande rilevanza e si individuano delle macro-competenze

particolarmente significative:

Analizzare i processi di cambiamento del mondo contemporaneo.

Riconoscere l’importanza della sostenibilità territoriale, la salvaguardia degli ecosistemi e

della bio–diversità.

Riconoscere gli aspetti fisico-ambientali, socio-culturali, economici e geopolitici dell’Italia,

dell’Europa e degli altri continenti.

12

Indicazioni per i tecnici, 2010.

Università Telematica Pegaso Le Indicazioni nazionali sull’insegnamento della geografia

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

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Riconoscere il ruolo delle Istituzioni comunitarie riguardo allo sviluppo, al mercato del

lavoro e all’ambiente.

Analizzare casi significativi della ripartizione del mondo per evidenziarne le differenze

economiche, politiche e socioculturali13

.

Se nel biennio della scuola secondaria di secondo grado bisogna sviluppare le competenze

ora citate, nel triennio bisogna affrontare la geografia del turismo che va ad arricchire le conoscenze

economiche degli allievi. Il turismo è quindi affrontato come fenomeno geografico studiando i

territori e le loro attrazioni, i flussi turistici, le strutture territoriali e le forme di impatto socio-

economico. In tal modo la geografia da disciplina di base è considerata disciplina

professionalizzante e gli studenti sono guidati a costruire itinerari turistici (fig. 2) per essere un

giorno degli operatori del settore.

13

Ibidem.

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8 Una sintesi della Indicazioni ministeriali nei diversi segmenti formativi

8.1. La scuola dell’infanzia/primaria

Il ruolo della scuola dell’infanzia è fondamentale per lo sviluppo della relazione del

bambino con lo spazio, in continuità con la scolarizzazione successiva. Organizzare percorsi

comuni, tra l’ultimo anno di scuola dell’infanzia e il primo biennio della primaria, significa gettare

le basi per l’orientamento, nonché per la scoperta dell’ambiente, obiettivi determinanti per lo

sviluppo integrale della persona. Negli anni successivi essi devono acquisire concetti basilari per

riconoscere almeno gli elementi fondamentali del sistema territoriale italiano grazie anche ad una

certa dimestichezza con carte e mappe.

8.2. La scuola secondaria di primo grado

La geografia dovrebbe assumere un ruolo nevralgico nella scuola secondaria di primo grado.

Due i suggerimenti importanti: il confronto continuo con la storia, per abituare gli allievi al

confronto con i dati diacronici, e poi con le discipline scientifiche. L’interazione tra discipline,

come la storia, la geografia e le scienze naturali, può educare allo studio dell’ambiente come

scoperta di fonti diversificate, oltre che al valore della ricerca. Temi da trattare con la massima

ampiezza sono l’Europa e l’Unione Europea.

8.3. Licei e tecnici

Qui la disciplina deve supportare gli studenti a interpretare la complessità del mondo

contemporaneo, ma deve anche sostenerlo nei suoi percorsi professionali. La relazione stretta con la

storia è funzionale per l’analisi delle ragioni e delle motivazioni che sono all’origine di fenomeni e

processi. Inoltre, nella secondaria superiore gli studenti dovrebbero utilizzare con scioltezza carte

geografiche, tematiche e ogni tipo di immagine utile per conoscere la realtà. In conclusione si

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aggiunge uno schema che sintetizza come impostare lo studio della geografia sempre tenendo in

buona considerazione la continuità didattica (fig. 3).

Triennio

Primaria

Scoperta dei paesaggi e dei linguaggi

specifici

Triennio

media

La geografia come ricerca-indagine

dal vicino al lontano

Secondaria Temi e problemi geografici con

integrazione dei saperi e riflessione

critica sui linguaggi e sugli strumenti

Scuola

dell’infanzia

Primo biennio

Primaria

Attenzione allo spazio come

sapere predisciplinare

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