L’EUROPA CENTRO-ORIENTALE
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L’EUROPA CENTRO-ORIENTALE
A CURA DI:
ALESSANDRO FADDA
&
ALESSIO PODDA
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I TERRITORI COMPESI DALL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE SONO:
LA POLONIA
LA REPUBBLICA CECA
LA SLOVACCHIA
L’UNGHERIA
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Polonia Repubblica Ceca
Slovacchia Ungheria
Superficie 312685 km 78866 km 49034 km 93030 km
Popolazione
38200000 ab
10203000 ab
5379000 ab
10117000 ab
Nome ufficiale
Polska Rzeczpospolita
Ceska Republika
Slovenskà Republika
Magyar Koztarsasag
Densità 122 ab/km 129 ab/km 110 ab/km 109 ab/km
Speranza di vita
62,5 % 74,6 % 57,1 % 65,1 %
Lingua uff Polacco Ceco Slovacco Ungherese
Religione prevalente
Cattolici 90,7 %
Cattolici 26,8 %
Cattolici 68,9 %
Cattolici 63,1 %
Moneta Nuovo zloty
Corona ceca
Cor. Slov. Fiorino un.
Stato Repubblica
Repubblica
Repubblica
Repubblica
Capitale Varsavia Praga Bratislava Budapest
ISU 0,850 0,868 0,842 0,848
Sigla automobilistica
Pl Cz Sk H
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IL TERRITORIO
CONFINI:
ovest: Germania – sud-ovest: Austria – sud: Slovenia, Croazia e Serbia – sud-est: Romania – est: Ucraina e Bielorussia – nord-est: il territorio Russo di Kaliningrad e la Lituania
CARATTERISTICHE GENERALI:
Territorio prevalentemente pianeggiante
Territorio interrotto da bassi rilievi
Colline numerose
Cordone litoraneo
Laghi di origine glaciale
Mar Baltico
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Pianure, colline e montagne
La cima più alta è il monte di Geralch
In territorio ceco ci sono le catene della Selva Boema, dei Monti Metalliferi, delle Alture di Moravia e dei Sudeti
La pianura più vasta è quella Polacca
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IL TERRITORIO
I principali fiumi sono la Vistola, l’Oder e il Danubio
I laghi sono di origine glaciale
Il lago più esteso della regione è il Balaton
La regione è affacciata a nord sul mar Baltico
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IL TERRITORIO
Il clima è di tipo continentale, varia solo sui monti (clima di tipo alpino) e sulla costa (clima mitigato dall’influsso del mare)
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LA POPOLAZIONE
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POPOLAZIONE
Gli abitanti sono 64 milioni
La Polonia ne ospita più della metà
La maggior parte della popolazione è situata lungo i fiumi. Poco popolata è invece la fascia costiera e le aree montuose
L’andamento demografico è caratterizzato da una bassa natalità
Unica etnia con minoranze poco rilevanti
Massicce emigrazioni verso gli USA e i paesi di confine
LEGENDA ISTOGRAMMA: a=Italia b=Polonia c=Repubblica Ceca d=Slovacchia e=Ungheria
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LE CITTA’
La regione è altamente urbanizzata: tra le città spiccano Varsavia, Budapest e Praga.
Varsavia è la capitale della Polonia ed è il suo centro culturale, amministrativo, finanziario e industriale. La Polonia è caratterizzata da un tessuto urbano policentrico con numerose e importanti metropoli
Budapest è la capitale ungherese e domina l’ intero territorio della nazione
Praga è la capitale della repubblica ceca svolge funzioni di centro terziario e industriale
La capitale meno popolata è Bratislava, capital della Slovacchia
Varsavia
Budapest
Praga
Bratislava
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L’ECONOMIA
le nazioni dell’Europa Centro Orientale sono poste a un livello economico intermedio
La regione ha ottime potenzialità di sviluppo
Recente ingresso nell’U.E.
Il settore primario si sta meccanizzando
Il settore secondario e a livello inferiore di quello dei paesi dei Paesi Centro Orientali. Si stanno sviluppando i settori della meccanica di precisione, dell’ottica, dell’elettronica, della farmaceutica e delle macchine agricole.
Il settore terziario è in rapida estensione, soprattutto con banche e con il commercio
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IDENTITà DEGLI STATI
La regione svolge un ruolo di collegamento tra l’Europa Occidentale e l’Europa Orientale
In questi paesi si parlano lingue slave a parte in Ungheria dove la lingua fa parte del gruppo ugro-finnico
La religione prevalente è quella cattolica, nonostante ci sia un gran numero di protestanti
In seguito alla seconda guerra mondiale entrarono a far parte del blocco delle nazioni comuniste
Hanno compiuto un avvicinamento ai paesi occidentali e una trasformazione della loro economia in senso capitalistico
Fanno parte della NATO
Tra le vicende avvenute negli ultimi anni c’è la separazione pacifica della Cecoslovacchia tra Repubblica Ceca e Slovacchia
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Jeszcze Polska nie zginęła
Kiedy my żyjemy,
Co nam obca przemoc wzięła,
Szablą odbierzemy.
RIT: Marsz, marsz, Dąbrowski,Z ziemi włoskiej do PolskiZa twoim przewodem,Złączym się z narodem.
Przejdziem Wisłę,Przejdziem Wartę,Będziem Polakami,Dał nam przykład Bonaparte,Jak zwyciężać mamy. (Rit.)
Jak Czarniecki do Poznania,Po szwedzkim zaborze,Dla ojczyzny ratowania,Wrócimy się przez morze. (Rit.)
Mówi ojciec do swej Basi,cały zapłakany:– Słuchaj jeno, pono nasiBiją w tarabany -. (Rit.)
La Polonia non moriràfinché noi vivremoCiò che la violenza straniera ci ha toltonoi con la sciabola ci riprenderemo.RIT: Marcia, marcia Dabrowskidalla terra italiana alla PoloniaSotto il tuo comandoci uniremo come popolo!Attraverseremo la VistolaAttraverseremo la VartaSaremo PolacchiBonaparte ci ha dato l’esempioDi come dobbiamo vincere. (Rit.)Come Czarniecki a PoznańDopo l’occupazione della SveziaPer riconquistare la patriaTorneremo attraversando il mare. (Rit.)Il padre diceva alla sua BasiaIn lacrime– Ascoltami, potrebbe essere che i nostriSuonano i tamburi -. (Rit.9
TESTO E TRADUZIONE INNO POLACCO
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Quarto livello
Quinto livello
Confronto tra inno polacco e inno italiano Le differenze tra Italia e Polonia sono tante, e
checché se ne dica, anche le somiglianze. E c’è un’insolita peculiarità che lega questi due Paesi: gli inni nazionali. Infatti questi costituiscono l’unico caso al mondo in cui nel testo dell’uno viene citato l’altro Paese e viceversa. Il perché lo si può capire dagli eventi storici succedutisi nel periodo in cui sono stati composti, la prima metà del XIX secolo, quando sia Polonia che Italia erano sotto il giogo dell’Impero Austro-Ungarico. Andiamo un po’ nel dettaglio dei due inni e partiamo da quello polacco.
L’inno polacco, conosciuto come Mazurek Dąbrowskiego (Mazurka di Dąbrowski) è stato scritto ed eseguito per la prima volta nel 1797 a Reggio Emilia da Józef Wybicki, tenente dell’armata polacca del generale Jan Henryk Dąbrowski; quest’ultimo aveva radunato pochi mesi prima un’armata di soldati con cui si unì a Napoleone nella Campagna d’Italia. Dal generale francese fu infatti promesso ai polacchi che la loro patria avrebbe riconquistato l’indipendenza se avessero combattuto insieme contro Russia, Austria e Prussia, che pochi anni prima si erano spartiti il territorio polacco. E’ sull’onda delle celebrazioni per il successo della spedizione militare nel nord-Italia che il tenente scrisse la mazurka, per celebrare il valore
Del comandante e cantare l’amore per la Patria lontana:l’incipit dell’inno “Jeszcze Polska nie zginęła” (La Polonia non è ancora scomparsa) si riferisce alla spartizione della nazione nel 1795 tra le tre potenze circostanti, mentre nel ritornello “Marsz, marsz, Dąbrowski, z ziemi włoskiej do Polski” (In marcia, Dąbrowski, dalla terra italiana alla Polonia) i militari incitano il loro generale a guidarli al più presto verso la Patria. Ecco dunque spiegata la citazione dell’Italia nell’inno polacco. Qui sotto è possibile sia ascoltare la Mazurka di Dąbrowski che leggerne le parole, affiancate dalla traduzione in italiano.
L’inno italiano, chiamato comunemente “Fratelli d’Italia” (la denominazione propria è “Il Canto degli italiani“) è stato scritto da Goffredo Mameli intorno al 1847, agli albori del Risorgimento italiano. L’Italia era ancora sotto il dominio austriaco, ma l’entusiasmo per i grandi cambiamenti che si respiravano nell’aria favoriva la diffusione di vari inni patriottici, che fungevano da propaganda degli ideali Risorgimentali. Il più cantato era proprio quello di Mameli, vero e proprio mezzo di incitamento all’insurrezione. Grazie anche a quest’inno, il Risorgimento con i suoi forti movimenti di sommossa portò all’emanazione dello Statuto albertino ed all’impegno del re Carlo Alberto nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.
Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo, e dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo. E proprio nell’ultima strofa è citata la Polonia che, parafrasiamo, è stata dissanguata insieme all’Italia da austriaci e russi (“già il sangue d’Italia e il sangue polacco bevè col cosacco ma il cor le bruciò”). Al disotto del video è disponibile il testo, in italiano e in polacco: