Post on 04-Jun-2020
TULLIO BONOMETTI, CHELLA PIETROFORTE, STEFANO BONINSEGNA, BARBARA CARBONE, MASSIMO DI TOMMASO, EUGENIO FEROCE, PAOLA FERRARIS, LAURA LODA, CAROLA LORIO, SIMONA MANZINI, DANIELA
MOLINARI, ESTER NARDINI, GIORGIA TURI, LUCIANO VALLESI, GIOVANNI VEZZOLI, ALAN ZAMBONINI
Diario di viaggio
MESSICO TRA STORIA E NATURA
Foto di Alan Zambonini
con Avventure nel Mondo
8 - 24 MARZO 2013
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1° Venerdì 08/03/2013 Italia, Città del Messico Città del MessicoAereo
Minibus 115
2° Sabato 09/03/2013Tula, Teotihuacán, Città del Messico
(Basílica de Guadalupe)Città del Messico Minibus 250
3° Domenica 10/03/2013 Città del Messico (visita della città) Città del MessicoA piedi metro
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4° Lunedì 11/03/2013 Xochicalco, Taxco, Cuernavaca Città del Messico Minibus 366
5° Martedì
12/03/2013
Volo per Tuxtla Gutiérrez, Cañon del Sumidero, San Cristóbal de Las Casas.
San Cristóbal de Las Casas
Aereo
Minibus
Barca
187
6° Mercoledì 13/03/2013San Juan Chamula, San Lorenzo
Zinacantán, San Cristóbal de Las CasasSan Cristóbal de
Las CasasMinibus 129
7° Giovedì 14/03/2013 Agua Azul, Misol-Ha Palenque Minibus 294
8° Venerdì15/03/2013
Yaxchilán, Bonampak PalenqueBarca
Minibus258
9° Sabato 16/03/2013 Palenque, Campeche Campeche Minibus 380
10° Domenica 17/03/2013 Campeche, Bécal, Uxmal, Mérida Mérida Minibus 237
11° Lunedì 18/03/2013 Chichén Itzá, Cenote Ik Kil Río Lagartos Minibus 278
12° Martedì19/03/2013
Río Lagartos, Tulum TulumBarca
Minibus206
13° Mercoledì 20/03/2013 Tulum Tulum
14° Giovedì 21/03/2013 Tulum Tulum ----
15° Venerdì 22/03/2013 Tulum Tulum ----
16° Sabato 23/03/2013 Tulum, Cancun volo bus+Aereo ----
17° Domenica 24/03/2013 Volo -Italia Aereo ----
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Giovedì 7 e Venerdì 8 marzo
MILANO FRANCOFORTE WASHINGTON CITTA’ DEL MESSICO
Angelo ci porta alla stazione di Ghedi, in treno a Brescia incontriamo Stefano di Bolzano, un
partecipante al giro in Messico e Yucatan e con lui pernottiamo in un albergo vicino alla Malpensa.
Alle 4 della mattina in aeroporto incontriamo Laura di Borgosesia, Alan e Simona di Reggio Emilia
e Luciano di Vercelli.
Via Francoforte raggiungiamo Washington, dove incontriamo i quattro Romani: Massimo, Ester,
Eugenio e Giorgia.
Alle 21,15 arriviamo a Città del Messico, cambiamo i soldi in pesos messicani, prenotiamo due
pulmini per il trasferimento all’hotel Ambassador; intanto arrivano da Milano via New York Paola e
Carola di Vercelli, Barbara di Carmagnola, Giovanni di Ospitaletto e Daniela di Ivrea. Ora ci siamo
tutti, quindi partiamo alla volta dell’hotel Ambassador, poco lontano dal centro.
All’hotel ci aspetta Pablo, con il quale abbiamo una lunga e animata discussione sui costi dei suoi
pulmini per la visita dei dintorni di Città del Messico, ma alla fine facciamo l’accordo.
Sabato 9 marzo
CITTA’ DEL MESSICO TULA TEOTIHUACÁN BASÍLICA DE GUADALUPE
Lalo ci fa da guida e partiamo alla volta di Tula; è sabato, il traffico è scorrevole e su ottime strade
anche di montagna nel mezzo di una bella vegetazione. Verso le 11 arriviamo al sito di Tula,
famoso per le sue statue in pietra; era il centro della civiltà dei Toltechi, una popolazione guerriera
che ebbe il suo periodo di splendore tra il 900 ed il 1050 per poi decadere verso il 1300. Saliamo su
una collinetta, dove vi è una piramide nota con il nome di Tempio di Quetzalcoatl, in cui vi sono i
resti di tre colonne che sostenevano il tetto. Il Palazzo Quemado comprendeva una serie di sale e
cortili con bassorilievi in pietra raffiguranti tra l’altro una processione di nobili. Vi è il campo del
Gioco della Pelota più grande di tutto il Messico, Il campo era delimitato da due alti muri, nei quali
erano infissi due grandi anelli di pietra. La palla poteva essere colpita solo con le anche, le spalle e
le ginocchia. Le partite venivano giocate tra due individui o tra due squadre, Alcune si giocavano su
campi provvisori per semplice divertimento, altre invece erano spettacoli rituali formalizzati, si
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svolgevano su larghi campi costruiti in pietra e si concludevano a volte anche con il sacrificio del
capitano perdente. Molte fonti invece affermano che era il capitano della squadra vincitrice ad
essere immolato, ma di certo non si conosce ancora la verità.
Con il nostro pulmino proseguiamo il viaggio, ci fermiamo prima di Teotihuacan a visitare un
laboratorio di ossidiana, dove ci viene spiegata l’origine del mezcal e della tequila, i due liquori che
provengono dalla pianta dell’agave. Inoltre l’agave offre la possibilità di creare delle potenti e
pericolose frecce, oltre a tessuti e corde. Ci viene offerta della tequila insieme a del limone servita
in un bicchiere dal bordo cosparso di peperoncino. Poi naturalmente c‘è la visita del negozio e la
possibilità di acquistare.
Visitiamo poi le rovine di Teotihuacan, un sito davvero gigantesco, con i bellissimi templi della
Luna e del Sole. Il grande viale che collega le due Piramidi è la Calzada dei Morti. La Piramide del
Sol è la terza in ordine di grandezza al mondo e con 248 scalini raggiungiamo la cima da dove si
ammira una vasto panorama su tutta la vallata. La Piramide della Luna è più piccola ma più
aggraziata e la Cittadella è un vasto complesso che doveva ospitare la reggia ricca di dipinti.
Prima di ritornare in città ci fermiamo alla Basilica di Guadalupe, costruita in seguito
all’apparizione della Vergine a Juan Diego, un nativo convertitosi al cristianesimo, mentre si
trovava su un tempio azteco.
Vicino all’antica cattedrale qualche decennio fa ne è stata costruita una nuova di forma circolare
aperta in grado di ospitare 40.000 fedeli.
Nel 1737 la Vergine di Guadalupe fu dichiarata ufficialmente patrona del Messico e due secoli più
tardi patrona di tutta l’America Latina.
Al rientro in città del Messico ci facciamo portare in piazza Garibaldi, dove incontriamo moltissimi
mariachi, suonatori e cantanti di serenate che si offrono a pagamento. I loro vestiti borchiati sono
variopinti e noi ci fermiamo parecchio tempo ad ammirarli ed a ascoltarli.
Vicinissimo vi è una seria infinita di ristorantini caratteristici, gli uni attaccati agli altri e lì ceniamo
in compagnia.
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Domenica 10 marzo
CITTA’ DEL MESSICO
Mentre facciamo colazione nella sala da pranzo del ristorante del nostro albergo, qualcuno sfila
furtivamente la borsetta a Carola contenente un po’ di soldi, una macchina fotografica, il cellulare e
la fotocopia del passaporto. Così mentre il gruppo va a visitare il museo Antropologico, io e Carola
facciamo il giro di varie stazioni di polizia per presentare la denuncia del furto. Verso le 11
raggiungiamo quindi il gruppo al Museo Antropologico, posizionato in un edificio modernissimo
ambientato nel verde; al centro del cortile vi è una imponente fontana di pietra dalla curiosa forma
ad ombrello. Il nome del Museo è Antropologico e non Archeologico in quanto si vuole sottolineare
che la storia del Messico è viva ed al suo centro c’è la storia dell’uomo.
Le 12 sale al piano terreno sono dedicate alle culture preispaniche, mentre quelle del primo piano
alle attuali condizioni di vita dei discendenti dei nativi messicani.
Nella sala dedicata agli Aztechi è possibile ammirare il famoso Sole di Pietra rinvenuto sotto lo
Zocalo. Nelle sale riguardanti i Maya vi è la riproduzione a grandezza naturale della Tomba di
Pakal, scoperta a Palenque.
Il pomeriggio è dedicato allo Zocalo, la grande piazza centrale di Città del Messico con la visita
della Cattedrale, al Palacio Nacional e al Templo Mayor.
All’ingresso della Cattedrale vi è la Cappelletta del Veleno con una cupa figura di Cristo posta
all’ingresso. Secondo una famosa leggenda la statua avrebbe assunto il colore scuro assorbendo
miracolosamente coi piedi una dose di veleno dalle labbra di un sacerdote, al quale un nemico
aveva somministrato una sostanza letale.
Il Templo Mayor, ritenuto il centro dell’Universo, era stato costruito nel punto esatto in cui gli
Aztechi avevano visto un’aquila appollaiata su un cactus con un serpente nel becco, immagine che
costituisce ancora oggi il simbolo del Messico. Il principale orgoglio del museo è la grande ruota in
pietra di Coolxauhqui, la dea della Luna.
Arriviamo troppo tardi al Palacio Nacional, che chiude alle 17, è chiuso per cui non riusciamo a
vedere i murales di Diego Ribeira. Alle 18 assistiamo all’ammainabandiera di una enorme bandiera
posta nel centro della Piazza effettuata da circa trecento militari.
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Al ritorno ci fermiamo al ristorante Sanborns nel Palazzo degli Azulejos, un palazzo del 18° secolo
con tre facciate rivestite da preziose ceramiche di Puebla.
Lunedì 11 marzo
CITTA’ DEL MESSICO CUERNAVACA XOCHICALCO TAXCO
Alle 8 partiamo per Cuernavaca. Percorriamo la cosiddetta “Autopista del Sol” che, lasciata Città
del Messico, sale ben oltre i 3.000 metri di quota prima di scendere ai 1.480 metri di Cuernavaca,
sempre accompagnati sulla sinistra dalle imponenti vette dei vulcani Popocatépetl (5.452 metri) e
Iztaccíhuatl (5.220 metri).
Il palazzo del Governo ed il palazzo di Cortés, un’imponente fortezza di stile medievale, circondano
lo zocalo, la piazza centrale di Cuernavaca.
La cattedrale è racchiusa da un grande recinto costruito per difendersi dagli attacchi dei nativi ed al
tempo stesso per impressionarli ed intimidirli. La costruzione era stata avviata dall’Ordine dei
Francescani.
Verso mezzogiorno siamo a Xochicalco; dopo il Museo visitiamo l’area archeologica,
scenograficamente situata sul cucuzzolo di una montagna. Qui è ancora possibile salire sulle
piramidi ed entrare nei vari edifici. Queste rovine appartengono alle numerose culture tolteca,
olmeca, zapoteca, mixteca ed azteca, di cui Xochicalco era un centro commerciale, religioso e
politico. Il monumento più rilevante è la Piramide di Quetzalcoatl. In questa città i sacerdoti
astronomi si radunavano alla fine di ogni ciclo di 52 anni per sincronizzare i calendari. Il calendario
religioso era di 260 giorni, mentre quello civile di 365 ed ogni 52 anni vi era l’incontro dei due
calendari e l’inizio di una nuova epoca, per cui bisognava fare sacrifici al dio sole perché risorgesse.
Partiamo per Taxco a circa 72 chilometri di distanza, resa famosa dal ritrovamento dell’argento e
dai molti laboratori che lo lavorano. Poco prima di entrare nella cittadina l’autista ci porta in un
laboratorio dove non manca la possibilità di fare acquisti. Ci viene offerto un cocktail fresco con
aggiunta di tequila.
Improvvisamente ci appare Taxco costruita sulle pendici di una montagna, con case coloniali di un
bianco abbagliante, strette stradine acciottolate e una cattedrale, il Templo de Santa Prisca con due
torri gemelle, un vero capolavoro del barocco. Essa fu costruita con il finanziamento da parte di 6
José de la Borda, un magnate dell’argento, che, per la realizzazione di questo progetto, finì quasi
in rovina. E’ bello girovagare per questa cittadina senza una meta prefissata per scoprirne i tanti
angoli nascosti.
Martedì 12 marzo
CITTA’ DEL MESSICO CANON DEL SUMIDERO CRISTOBAL DE LAS CASAS
Alle 4 del mattino partiamo dall’albergo verso l’aeroporto per il volo delle 6,36 per Tuxtla
Guiterrez, dove, all’arrivo, incontriamo ad aspettarci Miguel con un pulmino nuovo fiammante ed
iniziamo con lui un viaggio di otto giorni in vari stati del sud del Messico.
In una mezz’oretta raggiungiamo il porticciolo di Cahuaré; con due lance percorriamo il Cañon del
Sumidero, uno spettacolare canyon sul fiume Grijalva che termina con un lago formato da una diga
costruita nel 1981; passiamo sotto imponenti e strapiombanti pareti rocciose alte più di 800 metri e
vediamo molti uccelli: aironi, cormorani, avvoltoi e anche qualche coccodrillo. E’ un luogo
simbolo del Chiapas e lo si trova impresso sulla bandiera.
Nel pomeriggio arriviamo a Cristobal de las Casas ed alloggiamo nell’hotel Moctezuma con un bel
patio coloniale ricco di verde. La cittadina è molto carina e dotata di un fascino unico, tutte le case
di tipo coloniale sono state ben ristrutturate.
Noi ci immergiamo nel centro storico, dalla piazza principale con il municipio porticato, alla
cattedrale, fino alla collinetta del Cerro di San Cristobal sulla cui cima c’è la Chiesa della Vergine
di Guadalupe.
Vicino al Templo di Santo Domingo e al Templo della Carità, donne di etnia chamula con le loro
caratteristiche gonne nere di lana di capra danno vita ad un pittoresco mercato dell’artigianato, che è
un vero spaccato di vita quotidiana.
Nel tardo pomeriggio andiamo a fare visita al dottor Castro, un ingegnere filantropo, appassionato
della storia e della popolazione indio. La sua casa è un museo vero e proprio delle 7 etnie del
Chiapas, di cui il dottore conosce lingue e costumi. Fa anche degli interventi di tipo infermieristico,
noi lo vediamo in azione per un’ampia scottatura di un bambino.
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A Cristobal de las Casas nonostante i molti turisti ed un’animata vita notturna, c’è una piacevole e
rilassata atmosfera.
Mercoledì 13 marzo
CRISTOBAL DE LAS CASAS SAN JUAN DE CHAMULA ZINACANTAN CRISTOBAL
DE LAS CASAS
Durante la mattinata andiamo a visitare le cittadine di San Juan Chamula e Zinacantan. San Juan
Chamula è il centro dell’etnia tzotzil; noi assistiamo ad alcune pratiche religiose molto singolari
all’interno del Templo de San Juan, la Chiesa principale; le centinaia di candele accese, le nuvole
di incenso, i fedeli che pregano inginocchiati sul pavimento cosparso di aghi di pino, l’uccisione di
polli come sacrificio, creano un’atmosfera molto suggestiva; il Santo più venerato è San
Giovanni Battista, ancora più di Cristo.
È sorprendente come, nonostante il turismo, qui sopravvivano tradizioni ed usanze che gli indios
praticano con i loro riti di purificazione, pregando e parlando con i santi in un sincretismo religioso
con cui sono riusciti a far sopravvivere le loro credenze dopo l’avvento e la diffusione del
cattolicesimo. Nella chiesa, dove non si tengono celebrazioni ufficiali, se non una all’anno, le
famiglie si trovano un loro spazio a terra e compiono i loro riti incuranti del passaggio di turisti che
li guardano incuriositi. E’ assolutamente proibito scattare fotografie, per cui ci dovremo limitare a
memorizzare queste scene indimenticabili nella nostra memoria.
Anche il mercato è molto interessante perché molte persone sono vestite con le pelli di capra nera
anche se la temperatura è piuttosto elevata.
Ancora pochi chilometri e siamo nel villaggio di Zinacantan, entriamo nella Chiesa e vediamo
offerte di frutta e tantissimi fiori, ci sono due crocifissi posti su un grande letto di fiori, forse per la
ricorrenza della Quaresima
Nella cittadina visitiamo un negozio di tipo familiare dove vendono stoffe e tessuti coloratissimi,
tovaglie e cuscini ricamati. Una signora ci prepara e ci offre sul momento delle tortillas: dopo aver
appallottolato un po’ di pasta, con una macchinetta la fa diventare tortilla, la riempie di formaggio e
la fa cuocere su una piastra, posta su un fuoco senza camino che riempie di fumo tutta la stanza.
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Ritorniamo a San Cristobal de las Casas, tutto il pomeriggio ci immergiamo ancora nella bella
cittadina gustandola fino in fondo; la sera andiamo a cena nel centro culturale zapatista Terra
Dientro con un ampio patio interno e musica dal vivo in un ambiente pieno di attività culturali.
Verso le 23 andiamo alla Revolucion un locale notturno dove insieme alla gente locale ci
scateniamo in balli latino americano fino all’una.
Durante la notte parecchia gente è ancora in giro, ma la cittadina è tranquilla, ed il nostro ritorno
all’hotel è sicuro.
Giovedì 14 marzo
CRISTOBAL DE LAS CASAS AGUA AZUL MIZOL HA PALENQUE
A San Cristobal de las Casas la sera faceva fresco perché eravamo a 2.200 metri sul livello del
mare; oggi scendiamo di 2.000 metri e la temperatura si alza di una quindicina di gradi. Lungo il
cammino montagnoso nella prossimità di piccoli villaggi ci sono molti dossi chiamati tope.
Arriviamo ad Agua Azul con le sue impetuose cascate di un bianco abbagliante che precipitano in
piscine naturali di color turchese, circondate da una giungla lussureggiante. Si percorre un bel
sentiero in pietra e cemento per circa un chilometro sempre vicino alle cascate. Si può anche fare il
bagno nelle piscine più tranquille, però soltanto Luciano lo fa.
Dopo una sosta in un ristorante molto fresco ed arieggiato, dove parecchi prendono un club
sandwich, arriviamo alla bella cascata di Misol Ha (vedi foto frontespizio) alta 35 metri che
precipita in un ampio specchio di acqua circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale. Un
sentiero che passa dietro la cascata, conduce ad una grotta dalla quale di può arrivare, attraverso
una breve gallera buia, ad un’altra piccola grotta, nella quale precipita un’altra piccola ma
suggestiva cascatella. Abbiamo la fortuna di avere con noi una pila e così possiamo visitarla.
La sera arriviamo a Palenque e visitiamo per una mezz’oretta il centro, di per sé degno di poca
nota, se non fosse rallegrato da un’orchestra improvvisata di suonatori locali di fisarmoniche e di
xilofoni.
La sera ci fermiamo al ristorante las Tiñacas di cucina tipica messicana, dove ci vengono serviti
piatti molto abbondanti, preceduti come sempre da salse con una specie di pane sottile e croccante.
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Venerdì 15 marzo
PALENQUE YAXCHILAN BONAMPAK PALENQUE
Il mattino partiamo alle 6,00 per andare a vedere due siti archeologici, verso le sette ci fermiamo
per fare la colazione in una località sperduta che si chiama Flores; Miguel, il nostro autista, ha già
prenotato per noi e così facciamo alla svelta e ripartiamo presto per Yaxchilan. Utilizziamo la
carretera fronteriza una strada statale che corre parallela al confine tra il Messico ed il Guatemala
ed arriviamo ad un porticciolo, dove prendiamo due lance e con un suggestivo percorso sul fiume
Usumacinta di circa 40 minuti sbarchiamo nella zona del sito archeologico. Yaxchilan raggiunse il
suo apogeo tra il 681 e l’800 d.C. durante i regni di Scudo Giaguaro, Pajaro Giaguaro e Scudo
Giaguaro III, poi la città venne abbandonata. Grazie alle iscrizioni si possono avere molte
informazioni sulla sua storia. Il simbolo dello scudo e del giaguaro appaiono su molti edifici e stele.
La grande piazza, in cui si svolgeva il gioco della pelota, era attorniata da importanti palazzi. In
molte decorazioni e sculture si descrive l’autosacrificio del re con la incisione del pene e della
regina con la incisione della lingua, il cui sangue veniva raccolto in un recipiente e serviva per
mettersi in comunicazione con le divinità.
Passiamo per una stretta e buia scalinata, la zona è chiamata labirinto, dove sarebbe stato opportuno
avere una pila. Tutto il sito è dominato da giganteschi alberi e sulle loro chiome si muovono
agilmente le scimmie urlatrici che riempiono di schiamazzi tutta la zona.
Nel pomeriggio ci spostiamo nella foresta lacandona, prendiamo obbligatoriamente un pulmino
gestito dalla comunità indios dei Lacandoni, percorriamo una quindicina di chilometri per
raggiungere il sito di Bonampak, la cui visita non è lunga in quanto si limita ad un’oretta perché è
concentrata intorno alla Gran Plaza di forma rettangolare con una gigantesca stele al centro,
raffigurante Chan Mwan con un bastone cerimoniale.
Il sito è famoso per gli splendidi affreschi posti all’interno del tempio delle pitture.
La sera mangiamo a base di pesce nel ristorante a fianco dell’albergo e la cena è ottima.
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Sabato 16 marzo
PALENQUE CAMPECHE
Alle 8 ci incontriamo all’ingresso del sito archeologico di Palenque con Nilo Montejo la nostra
guida, che ci introduce alla vista delle Rovine di Palenque con un piacevole percorso attraverso la
foresta circostante facendoci vedere che ancora tanti siti devono essere scoperti e ripuliti. Le sue
informazioni sulla flora, sulla fauna e sulla storia del sito sono molto interessanti. Gli alberi più
robusti venivano tagliati durante il periodo della luna piena quando erano maggiormente coperti da
resina per essere più resistenti alle intemperie. Gli alberi sono giganteschi e spesso vengono
sopraffatti dai parassiti che poi muoiono anch’essi, dopo aver fatto morire la pianta da cui hanno
tratto la linfa vitale. La foresta in qualche centinaio di anni si è riappropriata dell’ambiente
nascondendo la maggior parte degli edifici.
Ad un certo punto ci troviamo di fronte alle grandi rovine di Palenque, magnifico esempio di
architettura maya di epoca classica. Sebbene il sito fosse già occupato nel I secolo a. C., la città
conosce il suo massimo splendore nel VII sec. d.C., quando il regno fu guidato dal sovrano Kin
Pacal (615-683 d.C.) e poi da suo figlio Chan Bahlum (683-702 d.C.). Quello che oggi vediamo di
Palenque, il cui antico nome era probabilmente Otulum (case fortificate), non è che una minima
parte di una città che si estendeva per ben 15 Km². Gli edifici più importanti, come il Gruppo della
Croce, il Tempio delle Iscrizioni e il Palazzo, sono tutti databili ad un periodo che va dall'inizio del
VII secolo alla metà dell'VIII secolo, quando i suoi sovrani dominavano un vasto territorio.
Palenque presenta uno stile architettonico di particolare bellezza; è considerata la capitale dello
stucco, che qui si è ben conservato grazie all'umidità della foresta tropicale.
Dal punto di vista architettonico Palenque presenta caratteri unici, come i tetti inclinati a mansarda,
che avevano forse la funzione di proteggere i delicati rilievi a stucco collocati sui muri esterni.
Edifici singolari come la Torre del Palacio o il Tempio delle Iscrizioni con la sua tomba nascosta,
sanciscono l'originalità della cultura artistica di Palenque. Il Palacio, edificio residenziale del
sovrano, si articola in numerose stanze, corridoi e cortili ed è fornito di impianti di scolo collegati
all'acquedotto della città. In realtà si tratta di più edifici che si addossano gli uni agli altri e che
furono costruiti in un arco di 120 anni. La struttura più antica, attorno alla quale si sono sviluppate
le successive, sarebbe databile intorno al 600 d.C. circa, anni in cui Palenque era governata dalla
regina Zak Kuk, madre di Pacal.11
Il tempio XIII custodisce la tomba di una donna di alto lignaggio, il cui scheletro tinto di rosso fu
scoperto nel 1994. Il Tempio delle Iscrizioni è quello più famoso ed imponente in tutte le
Americhe. Sulla sommità si apre l’accesso alla scalinata interna che scende alla tomba di Pakal.
Una copia della lastra della tomba si trova nel museo.
Partiamo per Campeche che dista 370 chilometri. Lungo la strada ci fermiamo per uno spuntino, ed
una volta raggiunto il mare a Champotón ci fermiamo per ammirare il tramonto; costeggiamo il
golfo del Messico fino a giungere alle 18.30 nella bella cittadina di Campeche, patrimonio mondiale
dell’Umanità. Il centro storico è racchiuso da mura e vi sono due antiche porte: la Puerta de Tierra
e la Puerta de Mar congiunte dalla calle 59. Tutte le case sono basse e ben ristrutturate, il centro è
suggestivo ed è abbellito da sculture raffiguranti lavori tradizionali come un pescivendolo ed un
venditore di acqua con una botte trainata da un cavallo.
La sera ceniamo al ristorante Marganso a base di pesce. Durante la serata in piazza ci sono balli
folcloristici, ma noi arriviamo troppo tardi quando tutto è finito.
Domenica 17 marzo
CAMPECHE MERIDA
Alle 8 andiamo a rivisitare il centro, entriamo prima in una panederia e poi in una caffetteria per
fare colazione.
Verso le 11 ci fermiamo a Becal, una cittadina famosa perché quasi tutte le famiglie si guadagnano
da vivere intrecciando i jipijapa (nome locale con il quale vengono chiamati i caratteristici cappelli
yucatechi, noto anche come panama). Ottengono le fibre da una una palma nana, la qualità dipende
da quanto è fina la fibra che si usa, più è sottile più è pregiato il cappello. Si lavora in una grotta
dove il tasso di umidità favorisce la elasticità della struttura dei cappelli.
Partiamo in direzione di Uxmal dove arriviamo intorno alle 12. Uxmal, che nell'antica lingua maya
significava Tre volte ricostruita, fu fondata intorno al VI secolo d.C. e raggiunse il suo massimo
sviluppo nel Periodo Classico della civiltà maya, divenendo il principale centro cerimoniale della
popolazione Puuc. Gli edifici, in ottimo stato di conservazione, sono numerosi e sparsi in bellissime
aree verdi. Visitiamo la Piramide dell’Indovino, a base ellittica, il Quadrilatero delle Monache, il
gioco della pelota, il Palazzo del Governatore con la piattaforma dei Giaguari e la Grande Piramide.
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Verso le tre del pomeriggio arriviamo nella popolosa e coloniale città di Merida, capitale dello stato
dello Yucatan ed alloggiamo in un albergo molto lussuoso e con piscina.
La domenica il centro della città è chiuso al traffico ed una parte della piazza è dedicata al ballo. Il
pomeriggio si esibiscono danzatori professionisti accompagnati dalla banda, mentre la sera la pista è
a disposizione del pubblico. Si tratta di balli latinoamericani, ballati con un ritmo lento ed i
ballerini sono dai 50 anni in su.
Nella piazza vi sono la cattedrale dedicata a San Idelfonso ed il Palazzo del Governo sede degli
uffici governativi dello stato dello Yucatan, al cui interno vi sono i murales realizzati dal famoso
muralista Castro Pacheco, ultimati nel 1978, dopo 25 anni di lavoro, che raccontano in chiave
simbolica la storia dei Maya e dei rapporti con gli Spagnoli.
Come nelle precedenti città anche qui per il gruppo visita libera e appuntamento per la cena al
ristorante Chaiamaya a qualche isolato dalla piazza principale.
Lunedì 18 marzo MERIDA RIO LAGARTOS
Oggi partiamo alle 6,30, per arrivare a Chichén Itzá, a 126 chilometri di distanza, e iniziare la visita
prima che arrivi la massa dei turisti; Raphael, la nostra guida, inizia a descrivere il sito, illustrandoci
i vari significati matematici e astronomici della piramide nota come El Castillo. C’è ancora poca
gente e riusciamo così ad apprezzare la particolare acustica del luogo, ascoltando l’eco e il verso del
quetzal, ottenuti gridando o battendo le mani in un preciso punto di fronte all’edificio. Visitiamo i
vari templi ed i numerosi edifici. Terminiamo la visita con qualche acquisto nelle numerose
bancarelle che hanno ormai invaso il sito affollato all’inverosimile. Lasciamo Chichén Itzá alle
12.15 ed alle 12.30 siamo già al cenote Ik Kil a soli tre chilometri di distanza, dove ci fermiamo
un’ora e mezza per fare il bagno in questa grotta carsica a cielo aperto, con cascate e radici che
scendono dalle alte pareti che circondano lo specchio d’acqua, il nostro Alan, imitato da Stefano, fa
tuffi da professionista.
Dopo un rapido pranzetto con pollo alla brace, partiamo per Río Lagartos, a 149 chilometri, dove
arriviamo in serata. Contrattiamo le imbarcazioni per il giorno successivo. Dopo la cena, nella
piazzetta del paesino, con il permesso della polizia, ci mettiamo a ballare salsa e merengue al suono
della musica del nostro pulmino
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Martedì 19 marzo
RIO LAGARTOS TULUM
Alle 08.00 con le lance iniziamo la visita del río, osservando flora e fauna ed avvistando aironi,
garzette, aquile, falchi, pellicani e coccodrilli, ma soprattutto tanti fenicotteri. Raggiunta la laguna
rosada e le saline, facciamo il bagno galleggiando nell’acqua salatissima (non si affonda neanche
volendo), per poi spostarci in una zona vicina, dove c’impiastricciamo con quelli che vengono
definiti “fanghi maya”. Siamo completamente bianchi, vagamente simili a zombie ed apprezziamo
poi il bagno ripulente che facciamo una volta raggiunta una bella spiaggia nei pressi di Río
Lagartos. Rientrati in hotel prepariamo le valigie e alle 12.00 partiamo per Tulum a 102 chilometri;
poco prima ci fermiamo al Gran Cenote per un bagno; si può godere il posto appieno se si noleggia
una maschera per vedere bene stalattiti e stalagmiti poste sott’acqua all’interno della grotta, è uno
spettacolo meraviglioso!
A Tulum ci sistemiamo nelle cabañas dell’hotel Zazil Kin, costruite in mezzo alle palme sulla
sabbia, a due passi dal mare.
Mercoledì 20 marzo
TULUM
Il gruppo è eccezionale e molto affiatato, insieme andiamo a piedi al sito archeologico che visitiamo
in circa un’ora. E’ sicuramente il sito meno ricco fra tutti quelli che abbiamo visitato, ma la
spettacolare scogliera sulla quale è stato edificato rende comunque stupenda la sua visita.
A mezzogiorno ci godiamo la bella spiaggia dell’hotel, il sole è un po’ accecante ed il posto
bellissimo tra spiagge bianche, verdi palme e acque azzurre.
Il pomeriggio andiamo a confermare i voli aerei e passeggiamo tra i negozi di Tulum, per la cena ci
ritroviamo in gruppo.
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Giovedì 21 marzo
TULUM BIOSFERA DI SIAN KAN TULUM
Andiamo a visitare la riserva della Biosfera di Sian Ka’an, con un pulmino, impieghiamo 2 ore e
mezza per arrivare a Punta Alen da dove una cooperativa di pescatori ci fa visitare in barca la
laguna e vedere tartarughe e delfini, ci porta poi all’isola degli Uccelli, dove vivono numerose
fregate, sia maschi che femmine, a fare snorkeling e infine a nuotare su una spiaggia stupenda.
Venerdì 22 marzo
PLAYA DEL CARMEN ISOLA DI COZUMEL TULUM
Con un autobus andiamo a Playa del Carmen, la località più alla moda di tutto lo Yucatan; è piena
di turisti europei e soprattutto nordamericani. Qualche mese fa è stato inaugurato vicino al porto un
bel portale Maya in bronzo per festeggiare la transizione ad una nuova epoca.
Abbiamo la fortuna di assistere alla danza dei voladores, vestiti con costumi variopinti, che legati
ad un palo alto 30 metri da 4 robuste corde, scendono volando a testa in giù. Il quinto rimane sul
palo, suona il flauto ed il tamburo e danza. Questa danza era un antico rito propiziatorio per
invocare le divinità per la fine della siccità.
Da Playa del Carmen con una nave in quarantacinque minuti arriviamo all’isola di Cozumel, una
meta famosa per le immersioni. Veniamo a conoscenza che si possono fare delle immersioni con un
sottomarino per vedere la barriera corallina. Ci iscriviamo subito, un barcone ci porta al largo,
saliamo sul sottomarino, il quale si immerge fino ad una profondità di una trentina di metri e per tre
quarti d’ora naviga molto dolcemente sui fondali; dai nostri oblò vediamo la barriera corallina che
noi però ci aspettavamo molto più colorata.
Sabato 23 e Domenica 24 marzo
TULUM RITORNO IN ITALIA15
Il ritorno in aeroporto, dopo baci ed abbracci, avviene in due gruppi secondo gli orari degli aerei. Il
primo composto da 7 viaggiatori parte alle 6,00 il secondo composto da 9 parte alle 10,00; i diversi
voli di ritorno rappresentano per molti un’avventura per i ritardi degli aerei, comunque ritorniamo
tutti in Italia felici e contenti per un’esperienza magnifica, compiuta con un gruppo eccezionale.
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